Forma di acquicoltura in cui le acque interne e gli ambienti marini vengono utilizzati per consentire l'accoppiamento e l'allevamento del pesce a scopo commerciale. L'itticoltura si differenzia dalla pesca in quanto permette un maggiore controllo sull'allevamento e sulla coltura delle riserve ittiche, libera il pescatore dalle incertezze della pesca tradizionale e permette un rendimento di gran lunga maggiore per unità di area. Attualmente, l'itticoltura delle acque interne o marine rappresenta solo il 9% circa del pescato totale, ovvero 7 milioni di tonnellate all'anno. L'obiettivo della FAO e del Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite è di aumentare la produzione dell'itticoltura di cinque volte entro la fine del secolo, concentrando gli sforzi nei paesi in via di sviluppo al fine di integrare l'acquicoltura con l'agricoltura, piuttosto che devolvere finanziamenti a imprese commerciali che hanno mostrato la tendenza a sviluppare specie da destinare all'esportazione e ai mercati più esclusivi.